L’assemblea organizzata dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, lo scorso venerdì 6 settembre, ha rappresentato per i professionisti iscritti l’occasione per un’analisi di dettaglio ed un confronto sulle novità previste in tema di tassazione dei redditi di lavoro autonomo dalla bozza di Riforma IGR presentata a luglio scorso dal nuovo governo.
L’invito all’assemblea è stato esteso anche ai presidenti delle altre categorie professionali, ovviamente interessate ad una migliore comprensione delle modifiche prospettate.
Si è trattato del primo appuntamento dell’Ordine dopo le ferie estive con l’obiettivo che, dopo un adeguata e puntuale analisi del testo normativo proposto, si aprisse un confronto con i colleghi utile a definire una posizione dell’Ordine condivisa, da poter rappresentare alle istituzioni.
Quanto è emerso dall’analisi svolta è un evidente inasprimento del sistema di tassazione dei redditi di natura professionale.
La lettura delle norme fatta dalle Organizzazioni Sindacali, ha portato alla diffusa convinzione che la bozza di Riforma IGR proposta dal Governo, guidata da evidenti esigenze di cassa, abbia comportato esclusivamente un aggravio della tassazione delle persone fisiche titolari di reddito di lavoro dipendente, lasciando indenni i professionisti ed in genere i lavoratori autonomi della Repubblica.
Nulla di più falso.
Si consideri che con riferimento ai redditi di lavoro autonomo la Riforma, nel testo proposto a luglio ha previsto:
- L’eliminazione della possibilità di optare per il sistema di tassazione progressivo o proporzionale con aliquota al 17%, colpendo in tal modo i professionisti con redditi più bassi, dunque i giovani professionisti o quelli, che non sono pochi, colpiti dalla crisi generalizzata del sistema;
- la “tassazione separata” dei redditi di lavoro autonomo con aliquota al 17% sul totale importo di tali redditi, senza possibilità di deduzioni personali di alcun genere (spese mediche, scolastiche, quoziente familiare, 10% delle spese su territorio sammarinese ecc..);
- che l’unica deduzione ammessa per i titolari di reddito di lavoro autonomo sia quella per oneri previdenziali (peraltro fortemente incrementati per le problematiche del fondo pensioni I.S.S.);
- la riduzione dal 50% al 70% della percentuale di deducibilità dei costi sostenuti per l’acquisizione di beni strumentali ad uso promiscuo
- l’inasprimento della tassazione delle plusvalenze derivanti da cessioni di cespiti legati all’attività professionale;
- l’incremento della tassazione dei redditi percepiti dopo tre anni dall’ultimazione delle attività professionali (quali ad esempio i compensi relativi a procedure concorsuali);
- l’eliminazione dell’abbattimento forfettario dell’imponibile;
- l’applicazione di una ritenuta d’acconto pari al 5% sui compensi corrisposti da operatori sammarinesi.
Si tratta di ulteriori modifiche che vanno a modificare sostanzialmente, inasprendolo significativamente, il sistema di tassazione dei titolari di reddito di lavoro autonomo.
Nell’ambito dell’assemblea sono state rappresentate alcune simulazioni di calcolo al fine di comprendere l’entità dell’aggravio del carico fiscale che, paradossalmente, secondo quanto previsto dal testo di Riforma ad oggi disponibile andrebbe a colpire proprio i professionisti con i redditi più bassi (minori di 30/40.000€).
E’ stata poi fatta una simulazione di calcolo al fine di confrontare la tassazione prevista dalla bozza di riforma per i redditi di lavoro autonomo con la tassazione prevista dalla riforma per i redditi di lavoro dipendente.
Da tale confronto è emerso che, per effetto delle deduzioni e detrazioni personali spettanti, solo ai dipendenti e non ai professionisti, la soglia di reddito al di sopra della quale un dipendente pagherebbe più del 17% di IGR previsto per i lavoratori autonomi sarebbe pari a circa €. 60.000/70.000.
Ciò vuol dire che, al di sotto di tale soglia di reddito – molto più alto di quanto effettivamente percepito da tanti professionisti sammarinesi, soprattutto sammarinesi – anche in base al testo riformato, i lavoratori dipendenti pagherebbero meno imposte dei professionisti.
Peraltro, è inutile sottolineare come un attività professionale ha molti più rischi di un attività di lavoro dipendente.
Solo chi ha sempre vissuto alle dipendenze di un imprenditore o, perché no, di un professionista, non può non sapere che, nell’ambito di attività professionali o imprenditoriali, al giorno d’oggi non c’è nessuna certezza.
Le Organizzazioni Sindacali sembrano invece ancorate ad una falsa idea di professionista, privilegiato ed evasore.
Al termine dell’affollata assemblea, che ha visto numerosi e qualificati interventi, si è tenuta una votazione che ha espresso all’unanimità la posizione dei commercialisti nei confronti dell’attuale progetto di legge di riforma IGR, dando mandato al Consiglio dell’Ordine di chiedere al Governo:
A) prioritariamente il mantenimento dell’attuale opzione di scelta tra l’aliquota proporzionale del 17% e quella progressiva a scaglioni, per tutelare i titolari dei redditi più bassi, normalmente costituiti dagli iscritti più giovani.
B) in subordine la parità di trattamento fiscale dei redditi per tutte le persone fisiche, per qualsiasi tipo di reddito percepito (dipendente, autonomo, d’impresa,…), a parità di detrazioni e passività deducibili; con la raccomandazione di rivedere la curva delle aliquote più alte.
Resta inteso che qualora le istituzioni non intendessero soddisfare questa esigenza e confermassero la volontà di tassazione al 17% per tutti i redditi di natura professionale, dovrebbero almeno essere riconosciute tutte le detrazioni e le deduzioni spettanti ad altre persone fisiche, che era stata la posizione espressa dall’Ordine nel 2012 rispetto alla precedente versione del progetto di legge di riforma IGR.
Il Consiglio Ordine Dottori Commercialisti
e degli Esperti Contabili RSM
San Marino, 11 settembre 2013/1713 d.F.R.