Il Consiglio e l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della Repubblica di San Marino appoggiano incondizionatamente la delibera assunta da tutti gli ordini professionali sammarinesi nella riunione della Commissione Nazionale delle Libere Professioni tenutasi il 31/5/2011, in cui si respingono le linee direttrici del progetto di legge di Riforma Pensionistica presentata in Consiglio Grande e Generale dalla Segreteria della Sanità, soprattutto nella parte in cui si prevede di accorpare indebitamente in un fondo unico categorie assolutamente disomogenee tra loro, quali liberi professionisti, artigiani e commercianti.
Si tratta di categorie di lavoratori assolutamente non assimilabili sotto svariati profili.
Infatti i liberi professionisti statisticamente vanno in pensione ben oltre il conseguimento dell’età pensionabile, diversamente da commercianti e artigiani e quindi i soggetti attivi sono largamente maggioritari rispetto ai soggetti pensionati.
Ma la distinzione tra le categorie è netta anche sul piano fiscale: i professionisti, tenuti alla dichiarazione analitica dei loro redditi, denunciano somme superiori a quelle di commercianti ed artigiani, ai quali, peraltro, è concessa, in molti casi, la determinazione forfettaria del reddito: quindi i professionisti versano proporzionalmente di più e comunque più di quanto serva per mantenere in equilibrio il proprio fondo.
Queste differenze si sono ovviamente ripercosse sui rispettivi autonomi fondi pensionistici: il fondo pensioni dei liberi professionisti è in attivo di ben 7 milioni di euro e può mantenersi in equilibrio facilmente fino al 2030 con moderati interventi sulle aliquote contributive e sui minimi imponibili; quello di artigiani e commercianti, invece, ha presentato e continuerà a presentare passivi pesantissimi, soprattutto perché i soggetti in pensione superano numericamente di gran lunga quelli attivi.
In sintesi, le principali conseguenze della riforma pensionistica così proposta sarebbero:

(a) l’unificazione di categorie di lavoratori assolutamente disomogenee che presentano profonde differenze sotto il profilo lavorativo, contributivo e pensionistico e che non possono ricevere analoga regolamentazione previdenziale.
(b) l’innalzamento immediato e spropositato delle aliquote contributive che, nell’arco di pochi anni verrebbero aumentate dall’attuale 12% (ampiamente sufficiente a garantire l’equilibrio del fondo autonomo dei liberi professionisti) al 22% sin da ora insufficiente a garantire l’equilibrio del nuovo fondo anche nel breve periodo;
(c) la concreta prospettiva per i liberi professionisti di non riuscire a percepire una pensione decente che, invece, al momento appare sufficientemente garantita nel lungo periodo con l’attuale fondo autonomo.

I Commercialisti, quindi, insieme agli altri liberi professionisti sammarinesi, pretendono pertanto che venga mantenuto e salvaguardato il principio dell’autonomia dei fondi e si oppongono con fermezza a questo progetto di un loro inserimento in un unico fondo dei lavoratori autonomi, che non ha prospettive di equilibrio neanche nel breve periodo.

San Marino 8 giugno 2011.